In questo numero di ParoleSante scrivo di una classifica abbastanza sorprendente, della prossima moschea più grande d’Europa e di un fatto di cronaca accaduto a Parigi.
IN GOD WE TRUST
Ho chiesto a Gemini di aiutarmi a capire quante fossero le religioni nel mondo, quanti fedeli avessero e quale fosse la classifica delle più seguite. L’inizio della risposta non è stato incoraggiante (“È difficile determinare un numero preciso di religioni nel mondo”), tuttavia un po’ di elementi (direi affidabili viste le fonti citate) è riuscita a darmeli. Sono interessanti.
Ve li riassumo. La religione più diffusa è il cristianesimo con 2,4 miliardi di fedeli. Medaglia d’argento all’Islam con 1,9 miliardi. Bronzo per l’induismo con 1,2 miliardi. Ai piedi del podio c’è il buddismo, con 500 milioni di fedeli.
Seguono il sikhismo con 30 milioni e l’ebraismo con 14 milioni. Le religioni tradizionali cinesi nel loro complesso pesano per 400 milioni. Quelle genericamente indicate come “etniche” contano circa 300 milioni di fedeli.
Nel mondo quindi ci sono più o meno 6,8 miliardi di donne e uomini che credono in un dio, quale esso sia. Il dato è interessante perchè sulla Terra siamo poco più di 8 miliardi. Tolti gli agnostici, cosa rimane?
L'Unione Atei Agnostici Razionalisti (UAAR) stima che tra solo tra i 100 e i 400 milioni di persone nel mondo si definiscano apertamente atei.
Dio 1 - Rivoluzione Francese 0.
Interessante, a livello numerico e alla luce della tragedia in corso a Gaza, che ha anche aspetti religiosi rilevanti, è il clamoroso disequilibrio numerico tra ebraismo e islam. Anche quello tra induismo e islamismo, soprattutto per la recente rielezione del nazionalista ultra induista Narendra Modi, ha aspetti che meriterebbero approfondimenti.
GEMINI FA MELINA
Ho chiesto a Gemini se sapesse darmi un quadro delle guerre attualmente in corso fatte “in nome di dio”. Ha risposto così, facendo melina: “È difficile determinare un numero preciso di "guerre di religione" in atto nel mondo oggi, in quanto la loro definizione e classificazione possono variare a seconda di diversi fattori. Tuttavia, possiamo affermare che numerose tensioni e conflitti con componenti religiose sono presenti in diverse regioni del pianeta.” Grazie al piffero.
Poi abbozza un elenco ragionato: la guerra civile siriana, il conflitto israelo-palestinese, la guerra civile yemenita, la lotta contro l'ISIS. Poi c’è la Nigeria, quindi il Mali. Infine Myamar e India.
Per rimanere in tema qui di seguito, se volete, trovate un bellissimo documentario indipendente francese girato nel 2014 nei pressi di Mosul, nel Kurdistan iracheno.
QUINDI?
Quindi niente, è solo una piccola analisi numerica, senza pretese. Però fotografa abbastanza bene il nostro tempo e offre secondo me molti spunti di riflessione per capire come nella geopolitica la religione giochi ancora un ruolo importante.
QUI E ORA
Rimanendo nell’ambito delle riflessioni ve ne propongo una di Umberto Galimberti, una delle voci contemporanee che più apprezzo. Ascoltate con attenzione fino al minuto 1 e 48 secondi. La salvezza non è nel futuro, ma è qui e ora.
TORINO CAPUT ISLAM
Edmondo Bertaina è il direttore di Gazzetta Torino, sito on line di informazione piuttosto quotato in città. Il 21 maggio scorso, in coda a un articolo dal titolo “La nuova biblioteca civica o Casa del Libro ha già il suo fantasma” scrive:
“C’è un’idea, materialmente sostenuta da grandi disponibilità finanziarie mediorientali, di trasformare l’opera di Pier Luigi Nervi (i padiglioni 2 e 4 di Torino Esposizioni ndr) nella più grande moschea europea. Se fosse vero avremo, forse, quella scossa tellurica, quel sisma, per cui le nostre fondamenta inclusive, non sono ancora state progettate. Ciò non toglie che un fastoso ripristino arabeggiante e generose donazioni potrebbero condurre la comédie cittadina ad una certa cinica e utilitaristica tolleranza in merito, questa si massimamente inclusiva e priva di olet.”
Boom.
Edmondo ha gettato il sasso nello stagno e il suo telefono ha iniziato a trillare. Molto, ma molto più di quanto si aspettasse. Ci siamo sentiti un paio di volte, ero molto incuriosito. La fonte, mi ha confermato il direttore, è affidabile. Torino Esposizioni è una struttura che per essere rimessa interamente agli onori del mondo ha bisogno di più denari di quelli arrivati con il PNRR. E dove si trovano oggi i denari? Nella penisola araba, per esempio, ce ne sono tantissimi.
Insomma: teoricamente ha senso, è possibile, anche perchè l’islam oltre ad essere la seconda religione italiana, a Torino è una realtà solida. Ne ho già scritto qui.
Lettori di ParoleSante a voi la parola. Costruire la più grande moschea d’Europa, può essere una buona idea da perseguire? (per quello che conta a me piacerebbe moltissimo)
IL FONDO DEL BARILE
A Parigi una dodicenne è stata stuprata da tre adolescenti. Tra le ragioni della violenza, quella di punire l’apparteneza religiosa della ragazzina, che è ebrea.
Da quando è iniziata la carneficina a Gaza (in risposta al pogrom del 7 ottobre da parte di Hamas) ripeto con ostinazione che l’antisionismo produce l’antisemitismo e che, nei fatti, tra antisionismo e antisemitismo la differenza è pari a zero.
Così come vado ripetendo che a Gaza è in corso una tragedia epocale, che ha due colpevoli conclamati (il Governo Netanyahu e i leader di Hamas), ma che non è in corso un genocidio.
Chi usa il termine genocidio in questo frangente, compie in modo più o meno consapevole un’opera di revisionismo sulla Shoah. E a me il revisionismo non piace.
Questa incapacità di analisi produce effetti che vanno dalle figure di palta alla professor Massimo Zucchetti, docente di fisica al Politecnico di Torino (leggete qui, è davvero incredibile), fino allo stupro parigino.
Non sarà, temo, il fondo del barile.
La foto l’ho presa dal sito slalom.it
CHI SONO
Mi chiamo Sante Altizio, sono un giornalista freelance e per 25 anni ho lavorato nella redazione programmi della Nova-T produzioni televisive. Nel 2022 ho fondato insieme a tre colleghi Piani Verticali srl, che si occupa di progettazione culturale per gli enti pubblici. In particolare i piccoli comuni. Curo la comunicazione social di alcune aziende tra Torino e Milano. Collaboro con il settimanale Credere e sono tra le firme di Mondo Economico. Dal 2019 sono presidente dell’APS BookPostino, un’associazione culturale nata allo scopo di promuovere l’editoria indipendente. Ho un blog molto politico che trovi qui.
A me non piace la definizione di "ateo" perché ad affibbiarmela sono coloro che credono in Dio e guardano il mondo esclusivamente dal loro punto di vista, dividendolo in quanti credono o non credono. In questa etichettatura c'è tutta la prepotenza del loro schema mentale, che fa della loro fede la discriminante tra gli uomini.
Umberto Galimberti, “Il segreto della domanda” Edizioni Apogeo 2008 (poi Feltrinelli)
Molto bella la spiegazione sulla differenza fra fede e religione...mi trovo molto d'accordo su questa particolare questione. Trovo che tutte le religioni siano oltremodo contaminate.